La storia

La storia del territorio parte dal Paleolitico con le prime presenze dell’uomo nelle grotte circa 800mila anni fa, per proseguire con il Mesolitico quando lo scioglimento dei ghiacci lasciò più spazio alla vegetazione e al Neolitico, quando l’uomo consolidò l’abitudine di creare insediamenti stabili già iniziata nel periodo precedente. All’età del Bronzo e del Ferro, che qui si datano dal 1800-900 a.C. e 900-181 a.C., risalgono invece i Castellieri, aree fortificate sulla cima di alture. Nel 178 a.C., invece, per la prima volta il Carso è conquistato dalle legioni romanee su di esso vengono tracciate vie importanti di comunicazione per collegare a Roma questa parte periferica dell’impero.

Dopo le invasioni barbariche la vita si fa decisamente più difficile e il Carso si spopola. Dopo l’anno Mille la zona, ancora povera e sfruttata dalle servitù, sembra ormai essere relegata decisamente ai margini della grande Storia; la popolazione che malgrado tutto vi mette radici profonde è di ceppo linguistico slavo e di tradizione cristiana, come si evince dalle tipiche architetture che sorgono verso il XV secolo, con le abitazioni a lastre di pietra calcarea e i villaggi raccolti attorno ad una chiesa. Importanti castelli medievali, spesso dipendenti dalla nobiltà tedesca, sorsero nei posti strategici come, ad esempio, nella zona di Duino e a Moccò - Zabrežec, alla base della Val Rosandra - Glinščica. La loro storia è legata a filo doppio con quella di Trieste e del Carso, e certi paesaggi ancora incontaminati che si incontrano in alcuni itinerari, riportano la mente al pensiero di quelle antiche gesta.

Tracce visibili di guerre a noi più vicine e dolorose si incontrano ancor più di frequente: sono le trincee di pietra e i cimiteri militari della Prima guerra mondiale e poi i bunker della Seconda, con i monumenti ai Caduti: il Carso è oggi sicuramente anche un luogo della memoria.
Una citazione a parte la meritano le parti di territorio all'estremità di Mare Carso: quello nei dintorni di Duino e quello di Muggia. Il primo fu interessato per primo sull’altopiano dall’avanzata delle centurie romane e poi attraversato dalle tracce dei carriaggi sulla via Gemina, che collegava Aquileia con la Pannonia e il Quarnero, ancora visibili nei pressi delle bocche del Timavo. Qui sorgeva anche una stazione di posta, la “Mansio Fons Timavi” e il porto che, assieme a quelli distribuiti lungo tutta la costa, gestiva il traffico dei già allora famosi marmi carsici. Significativa dal punto di vista religioso, l’area delle risorgive del Timavo (cantate da Virgilio nell’Eneide), conserva numerose lapidi che dimostrano come il luogo oltre che divenire un importantissimo polo di diffusione della Cristianita (con il santuario e l’eremo di San Giovanni in Tuba), fosse sede di culti pagani già nell’antichità: poco distante infatti, si apre la Grotta del dio Mitra, unico esempio di mitreo ipogeo rinvenuto in Italia.
La storia più recente, invece, racconta di come l’XI secolo sia stato il periodo storico durante il quale si affermò la potenza dei signori di Duino, feudatari del patriarca di Aquileia: il primitivo castello vecchio fu abbandonato attorno al 1389, quando Ugone, ultimo dei Duinati e all’epoca capitano di Trieste, diede inizio alla costruzione del castello nuovo. Durante la Grande Guerra, invece, il territorio si trovò improvvisamente sulla prima linea con le logoranti battaglie di trincea tra gli eserciti austroungarico e italiano: il Carso di Duino Aurisina divenne strategicamente importante per le sorti della guerra, in particolare il Monte Ermada come invalicabile baluardo sulla strada per Trieste. Durante la Seconda guerra mondiale, come nel resto del Carso, i residenti di queste terre si distinsero nelle azioni armate per scacciare l’invasore tedesco.

A Muggia, infine, dove non c'è nulla di carsico, la storia ha un percorso diverso rispetto al resto del territorio anche se con alcuni tratti in comune a partire dai primi insediamenti umani risalenti all’Età del Bronzo medio (circa 1600 a.C.) con i resti dei castellieri protostorici posti sui colli di Muggia Vecchia e di Santa Barbara. Anche il 178 a.C. è una data comune con l'inizio della conquista romana dell’Istria e del Carso con un primo sbarco, che si svolse verosimilmente nella vicina pianura di Zaule. Seguono dopo alcuni secoli le invasioni barbariche, che causano la riunione delle genti della zona nel castrum quod dicitur Mugla, posto sul colle di Muggia Vecchia. La Terra di Muggia era ricca di viti ed olivi, possedeva buona pietra arenaria, era circondata da un mare pescoso e la costa più interna del vallone era plasmata in modo da favorire l’insediamento di ampie saline. Ma è solo dopo l’anno Mille che si sviluppa a valle una cittadina in un continuo alternarsi di legami d’amicizia, fino al 1420 con un Atto di dedizione alla Repubblica di Venezia, con la quale la città condivise le sorti fino alla sua caduta nel 1797. Dopo sedici anni d’instabilità politica dovuta alle alterne fortune di Napoleone Bonaparte, Muggia entrò a far parte del Regno d’Austria fino al 1918. Alla fine della Seconda guerra mondiale, si ricongiunse all’Italia nel novembre del 1954.